Giò Ponti è stato il progettista italiano più famoso del dopoguerra oltre che interprete del Neoclassicismo Lombardo. Nasce nel 1891 a Milano e di se diceva spesso: sono un architetto fallito e un pittore mancato. Questo per non essere riuscito ad esprimere appieno la sua vocazione artistica: sin sa adolescente Giovanni aveva un grande talento nel disegno e da grande dedicò sempre un ora al giorno alla pittura.
Il padre Enrico Ponti (manager alla Edison) era stato categorico: architettura dava uno sbocco professionale più solido rispetto al mestiere di pittore. Quindi si iscrisse nel 1914 al Politecnico e smise per un periodo per aver preso parte alla I guerra mondiale come capitano, laureandosi in architettura nel 1921. Il 1921 fu per Gio Ponti un anno importante: si sposò con Giulia Vimercati, una giovane fanciulla della Milano-bene appartenente ad una delle famiglie più influenti della città.
Dopo la laurea aprì uno studio con Emilio Lancia, conosciuto frequentando l’accademia militare a Torino. In seguito collaborò con gli ingegneri Fornaroli e Soncino. Negli anni 20 collabora al rinnovamento delle ceramiche Richard Ginori diventando nel 1923 direttore artistico e per questo dopo due anni, nel 1925, vinse il Grand Prix all'Esposizione di Parigi. Emerse alla biennale di Monza del 1927 dove curò l'allestimento della sala del Labirinto (a nome dell'omonimo marchio creato nello stesso anno assieme a Emilio Lancia, Tommaso buzzi, Paolo Venini, Carla visconti, Michele Marelli e pietro Chiesa) e presentò la sua linea d'arredamento Domus Nova, mobili progettati con Emilio Lancia destinati alla nuova famiglia borghese e distribuiti in larga scala dalla Rinascente vincendo per questo il premio il Compasso d'oro.
Nel 1928 insieme all'amico editore Mazzocchi fondò la rivista Domus che dirisse sino a 1941, esentandosi per sette anni e riprendendo dal 1948 sino al 1979, anno della sua morte. Con l'editore Mazzocchi c'erano sempre piccole discussioni perchè lui voleva ridurre le pagine e quindi i costi mentre Ponti diceva che erano sempre troppo poche. Quindi risolvettero con le pagine volute da Mazzocchi e ne aggiunsero altre non numerate ritenute da Ponti necessarie. Nel 1930, disegnò inoltre scene e costumi per il teatro alla Scala.
Tradizione e arte moderna per lui possono coesistere e questo lo rese simpatico al regime fascista. Vinse molti premi internazionali e nel 1936 ottenne la carica di architettura al politecnico di Milano che mantenne sino al 1961. Le prime pareti attrezzate si attribuirono a lui, oltre alla seduta 'Superleggerà che nel 1955 produsse Cassina.
Tra i primi lavori di Ponti la casa di Via Randaccio di Milano ultimata nel 26, dove visse per alcuni anni, la villa in francia a Garches del nipote della moglie, Tony Bouilhet proprietario dell'argenteria Christofle, per il quale cominciò a progettare oggetti e posate.
Il suo edificio più significativo, è uno dei simboli della città di Milano: il Grattacielo Pirelli, icona della modernità e simbolo di Milano e del boom economico, che fu costruito tra il 1955 e il 1958