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Chantilly, Limoges, Sèvres
La produzione della porcellana francese ha origine in Chantilly dove nel 1730 il Duca di Borbone stabilì una manifattura presso il castello locale.
Poichè il Duca era un appassionato collezionista di porcellane giapponesi, la manifattura fece di questo stile la sua priorità. I primi pezzi furono dunque ispirati allo stile Kakiemon, caratterizzato da decori in blu con disegni di ramoscelli o peonie (vedi foto a sinistra). Nel 1735 la manifattura ottenne persino una speciale patente da Luigi XV, che specifica il diritto di fabbricare porcellane imitando la porcellana Giapponese.
L'artista ingaggiato dal Duca fu Jean-Antoine Fraisse che trasse ispirazione dal libro dei Disegni Cinesi, del 1735.
A prescindere dalla delicatezza del disegno e della smaltatura, va ricordato che la produzione non fu di vera e propria porcellana dura, ma di porcellana tenera o ceramica il cui color crema veniva mascherato da una smaltatura bianco latte. Poichè già nel 1750 iniziò la concorrenza da parte dei centri di Vincennes - Sevres, la produzione fu limitata e i pezzi di questa provenienza sono assai rari.
Nel 1738 artigiani provenienti da Chantilly, fondarono la manifattura di Sèvres, presso Chateau de Vincennes. La produzione si dedicò a pezzi finemente decorati e smaltati in oro, che si rivolgevano alle classi altamente privilegiate. La famiglia reale stessa garantì un contratto di esclusiva per la produzione di porcellana in Francia, insieme con il titolo di Manifattura reale di Porcellana.
Il re Luigi XV possedeva, di fatto, una parte della manifattura, e rilevò quanto restava nel 1759: ritenne di essere il miglior ambasciatore possibile della superba qualità delle porcellane francesi, che avevano raggiunto una clientela ampia, sia nel loro paese che all'estero. Il re viaggiò molto per mostrare la reputazione di Sèvres, che fu famosa per i suoi colori intensi e brillanti e per la finezza dei suoi smalti. Inoltre commissionò lavori monumentali per la sua collezione personale.
Tuttavia, tanta preferenza destò forti malumori negli altri artisti e produttori che si videro danneggiati dal monopolio imposto. Luigi XV fu costretto a cedere, ma volle mantenere l'esclusiva alcune tecniche particolari, come la doratura. Queste accortezze mantennero Sèvres in una posizione di privilegio per la produzione di pezzi maggior finezza e costo, in un'epoca che basava tutta l'arte decorativa sull'ostentazione sfrenata.
La produzione conobbe una vera epoca d'oro quando si rinvennero depositi di caolino presso la regione di Limoges, il che eliminò la necesstà di importare il materiale dall'Austria. In quella zona sorsero anche altre piccole manifatture di porcellana, con produzioni più limitate. In questo senso il termine porcellana di Limoges indica la provenienva di un'area geografica generica e non di un vera e propria manifattura specifica.
Lo splendore di Sèvres ebbe una brusca battuta d'arresto con la violenta crisi economica e i disordini generati dalla Rivoluzione Francese. Praticamente in rovina, la manifattura venne dichiarata proprietà del governo e cercò di sopravvivere con una forza lavoro molto ridotta.
All'inizio del 1800 passò in carico alla direzione di Alexander Brongniart, un uomo con scarsa competenza del settore, ma grande cultura in chimica, botanica, zoologia e geologia. Brogniart applicò la sua non comune cultura e intelligenza a far rinascere la manifattura, che vide rifiorire tanto la qualità del design quanto il livello produttivo.
Sèvres si indirizzò infine anche su linee meno esclusive, ma più spendibili presso la ricca borghesia. Riuscì, negli anni, a mantenere tanto il favore della corte, come con Napoleone, quanto a conquistare ampi strati di società, grazie a una qualità che non venne a compromessi nemmeno per le produzioni più semplici e di largo consumo.
Furono molti gli artisti famosi che lavorarono per la manifattura, che era di per sè garanzia di altissima ricerca stilistica e poteva pagare i migliori pittori del mercato. Tra di essi ricordiamo Jean-Honorè Fragonard.
Sèvres creò anche il primo museo del mondo dedicato esclusivamente alla porcellana, e vi espose tanto veri gioielli di antichità quanto le sue stesse produzioni.