Informazioni da Antichità Il Tempo Ritrovato Cagliari
Il niello (dal latino nigellum, diminutivo di niger, nero) è una tecnica che consiste nel riempire un'incisione fatta nell'argento con uno speciale amalgama di argento, piombo, rame, zolfo e boraceusato in proporzioni diverse nelle varie età, in maniera da ottenere una decorazione scura di diversa tonalità a seconda della percentuale di zolfo presente nell'amalgama.
La tecnica del niello era nota alle più antiche civiltà mediterranee (assira e fenicia). Il procedimento del niello fu ampiamente descritto nel 1500: non è altro che un disegno tratteggiato e dipinto su l' argento, come si dipinge e tratteggia sottilmente con la penna. Infatti la prima operazione consiste nel disegnare su una superficie metallica piana (solitamente oro o argento). Successivamente si incide la lastra con il bulino. I solchi lasciati dal bulino vengono riempiti dalla lega suddetta, che si ottiene collocando i suoi componenti che si sistemano poi nel fuoco. Una volta raffreddata la lega appare granulosa così che prima di disporla nei solchi scavati dal bulino va pestata (non macinata) in un mortaio o su una pietra. (vedi a destra tabacchiera lavorata con la tecnica del niello).
Lavato e purgato di ogni impurità, si provvede a distendere il niello con una paletta di ottone sulla lastra in modo che vada a riempire le parti incise. Si avvicina, poi, ad un fuoco di legna verdi, in modo che il niello si vada lentamente struggendo. La gradazione del calore è molto importante, perché se il caldo fosse troppo accadrebbe che il piombo intaccherebbe l'oro e l'argento della lastra. Lasciata raffreddare l'opera, si procede mediante strumenti vari (lime, raschiatoi, pomice, cuoio) a levare le parti superflue. Per brunire la superficie per ultimo andrà strofinata con 'tripolo' (cioè trifoglio) e carbon pesto, poi lavata con acqua.