L'età vittoriana divenne nota per l'impiego dei bambini (lavoro minorile) nelle fabbriche, miniere e come spazzacamini. Il lavoro minorile, spesso nato a causa di ristrettezze economiche, giocò un ruolo importante fin dall'inizio della rivoluzione industriale (circa 1760) : Charles Dickens per fare un esempio, lavorò all'età di 12 anni in una fabbrica di lucidi da scarpe, essendo la sua famiglia in una prigione per debiti. Nel 1840, soltanto il 20% dei bambini di Londra frequentava la scuola (compresa quella che si frequenta solo di domenica), mentre verso1860 circa il 50% dei bambini d'età compresa tra 5 e 15 anni.
I figli dei poveri dovevano aiutare nel sostegno del bilancio familiare, spesso lavorando molte ore in attività pericolose per paghe molto basse. I bambini agili venivano impiegati come spazzacamini, quelli più piccoli venivano impiegati per scivolar sotto i macchinari per recuperare i rocchetti di cotone. Venivano impiegati per lavorare nelle miniere di carbone, strisciando attraverso tunnel troppo stretti e bassi per gli adulti. Lavoravano inoltre come fattorini, spazzini, lustrascarpe, fiammiferai, venditori di fiori o altri beni economici. Alcuni bambini intraprendevano il lavoro come apprendisti di rispettabili attività, come l'edilizia, o come collaboratori domestici (nella metà del 700 c'erano circa 120.000 domestici a Londra). Le ore di lavoro erano molte: i muratori potevano lavorare anche 64 ore a settimana in estate e 52 in inverno, mentre i domestici lavoravano 80 ore a settimana. Molte ragazze lavoravano come prostitute (la maggior parte delle prostitute a Londra aveva tra i 15 e i 22 anni d'età).
Testimonianza del 1842 di Isabel Read, portatrice di carbone di 12 anni: mia mamma avendo lavorato da molto piccola deve restare a casa perché ha problemi di respirazione. Io bado a mio fratello e a mia sorella. Faccio un lavoro molto sgradevole: lavoro nelle cave portando sulla schiena 60 chili trascinandomi nell'acqua che è alta sino ai polpacci. Dal fondo della cava alla parete la distanza è di circa 200/500 metri e devo fare dai 25 ai 30 viaggi.
Testimoninza del 1842 di Patience Kershaw, portatrice di carbone di 17 anni: mio padre è morto da un anno e mia madre non lavora perché si occupa della casa. Ha dieci figli: cinque maschi e cinque femmine. Il più grande ha trent'anni e il più piccolo quattro. Tutti i maschi lavorano in miniera: due estrattori e tre portatori. Tutte le mie sorelle sono state portatrici ma ora tre sono entrate a lavorare in fabbrica. Una ci è andata perché trasportando il carbone sudata nell'acqua fredda le si gonfiano le gambe.
Io non sono mai andata a scuola regolarmente, a parte a quella domenicale. Ma non so nè leggere nè scrivere.Vado in miniera alle 5 del mattino in punto ed esco alle 5 del pomeriggio. Faccio colazione con farina d'avena, per cena mentre lavoro mangio una focaccia che porto con me: non ho mai il tempo di fermarmi per mangiare o per riposare. Non mangio altro: quando torno a casa mangio carne e patate, ma la carne non tutti i giorni. Lavoro con questi vestiti logori che indosso adesso. Quest'area calva che ho nella testa è dovuta al fatto che ogni giorno trascino sotto terra (la testa tocca la parete di sopra)avanti e indietro per 11 volte i carrelli minerari che pesano 150 chili, con una cintura e una catena per portarli fuori (foto a destra).
Già all'età di tre anni i bambini venivano mandati a lavorare. Nelle miniere di carbone iniziavano a lavorare a cinque anni e solitamente morivano prima dei 25. Sia i bambini che gli adulti lavoravano 16 ore al giorno. Nel 1802 e nel 1819 il limite delle ore di lavoro passò da 16 ore a 12 ore nelle fabbriche e negli stabilimenti di cotone. Ma queste leggi non erano rispettate e dopo molte agitazioni radicali, da parte, per citare un esempio del Comitato Orario Ridotto nel 1831, una vera commissione raccomandò nel 1833 che i bambini dagli 11 ai 18 anni d'età dovessero lavorare al massimo 12 ore al giorno, i bambini dai 9 agli 11 massimo otto ore, mentre ai bambini sotto i nove anni non avrebbe dovuto assolutamente lavorare. Questa legge, però, si applicava solo all'industria tessile, e altre agitazioni portarono ad una successiva legge nel 1847 con la quale si imponeva il limite dell'orario di lavoro a 10 ore, sia per i bambini che per gli adulti.