Informazioni da Antichità Il Tempo Ritrovato Cagliari
Il bulino è una tecnica d'incisione: è il più antico dei procedimenti calcografici e prende il nome dallo stumento usato per incidere il metallo (un sottile scalpello con punta in acciaio). Risalente circa al 1420, deriva da una tecnica che gli orafi del Medio Evo usavano per incidere i metalli. Col bulino facevano degli incavi nel metallo (solitamente in lamiera d'argento) e in seguito per rendere piu' visibile il disegno, li riempivano di una mistura nera chiamata niello. (col nome niello o nugellum si indica sia la lamina incisa che l'impressione che trasmette sulla carta)
Per caso controllando la cesellatura, misero negl'incavi una mistura tipo inchiostro denso invece del solito niello e si accorsero che lasciava l'impronta nella carta umida: da qui nacquero le prime impressioni a bulino.
Quindi stamparono su carta, con un torchio a cilindro, le matrici metalliche incise: ecco che nacque il bulino e di conseguenza la tecnica calcografica.
Lo strumento per incidere a bulino è come uno scalpello d'acciao temperato, ma invece dei circa 25 cm. ne misura 10. Ha un estremità affilata e tagliata di traverso, mentre nell'altra estremità ha un manico di legno fatto a mezza sfera, adatto alla presa. Ne esistono di tantissimi tipi, con sezioni diverse: quadre, tonde, triangolari, a losanga...Quelli a sezione triangolare, oltre ad incidere
Quando si incide col bulino, sotto la lastra si mette un cuscinetto in cuoio pieno di sabbia in modo che stia ferma, ma volendo possa essere spostata facilmente durante il lavoro. Per fare un esempio, quando di deve fare una curva, si fa ruotare la lastra assieme al cuscinetto, mentre il bulino deve stare il più fermo possibile. Se lo strumento ha la sezione triangolare, oltre che incidere il metallo lo asporta, e davanti alla punta forma un ricciolo di scarto. Quelli finissimi sono adatti a microincisioni da orafo o per miniature. La pressione dello strumento (bulino) crea ai bordi dei solchi due leggere sopraelevazioni, chiamate barbe. A fine lavoro di solito vanno tolte: dipende dal tipo di lavoro che vuol fare l'artista. Si ottiene cosi un segno netto e preciso che distingue questa tecnica.