Abbiamo detto che sino al 1850 il processo di placcatura a fuoco dell'argento su rame, caratteristico nella città di Sheffield, fu l'unico capace di raggiungere un altissimo livello produttivo, paragonabile qualitativamente all'argento massiccio per la fattura eccelsa con cui erano eseguiti i manufatti. Ma erano oggetti creati con metodi ormai obsoleti, conosciuti igeneralmente come Old Sheffield.
Infatti l'avvento dell'argentatura elettrolitica minacciava l'esistenza della grandi manifatture di Old Sheffield e gli argentieri non sapevano come fare per rivolvere la crisi che stavano vivendo.
Mentra sappiamo esattamente che è stato Thomas Boulsover la prima persona a realizzare oggetti in Old Sheffield, il merito dell'invenzione della placcatura elettrolitica non può essere attribuita a nessuno in particolare.Da secoli, prima che le leggi elettrochimiche furono studiate da un insieme di scienziati, gli alchimisti trascorsero la loro vita alla ricerca dell'assurda possibilità di trasformare il metallo in oro.
Solo dal 1736, anno in cui in Inghilterra abolirono le leggi contro la stregoneria, il mistero che circondava la pratica della trasformazione dei metalli fu dissipata per opera di scienziati e ricercatori seri.
Uno di questi pionieri tra i più famosi a Birmingham fu il chimico Joseph Priesley (1733/1804), membro della Lunar Society dal 1780, che nel 1767 pubblicò la sua Storia dell'elettricità.
La Lunar Society fu fondata nel 1766 da un gruppo di scienziati e industriali che si riunivano ogni mese il lunedì più vicino al plenilunio: tra questi spiccano Josiah Wedgwood, Benjamin Franklin, James Watt e Matthew Boulton.
Joseph Priesley negli anni successivi si dedicò a vari esperimente relativi alla natura dell'elettricità applicando le sue scoperte relative alla doratura elettrica sia nel campo dei metalli che nelle superfici delle porcellane di Josiah Wedgwood: questo sino al 1791, anno in cui scoppiarono i Moti di Birmingham.
Durante la sommossa una folla inferocita devastò la casa del dott. Joseph Priesley dove si trovava sia la libreria scientifica che il laboratorio di ricerca, per cui dovette fuggire a Londra nel quartiere di Hackney riuscendo a riorganizzarsi il laboratorio grazie agli aiuti in denaro e in strumenti scientifici che gli inviarono gli altri membri della Lunar Society.
Mentre lui continuava a Londra i suoi esperimenti, a Birmingham i suoi assistenti continuarono le ricerche per conto loro.
Tra la fine del 700 e gli inizi dell'800 un folto gruppo di inventori e artigiani trasformarono in modo radicale gli oggetti in old sheffield sia arricchendo proprio la fattura che migliorandone l'apparenza. Iniziarono ad applicare negli spigoli vivi dei profili in argento in modo che con l'usura non si vedesse il rame sottostante, inserirono spesse lastre d'argento dove incidevano i blasoni degli stemmi nobiliari (sempre per non rivelare la natura del materiale sottostante) e impreziosirono gli oggetti con pomoli, bordure e supporti realizzati in argento e poi riempiti di saldatura dolce a base di stagno.
Questi perfezionamenti resero desiderabili gli gli argenti placcati a fuoco anche alle classi più elevate della società inglese a partire proprio dalla dinastia reale: quello considerato il primo oggetto d'argenteria inglese realizzato con il metodo dell'argentatura elettrolitica fu il cosidetto 'calice galvanico', frutto dellacreatività dello scultore John Flaxman e dalla maestria di Paul Storr eseguito nel 1814 in argento massiccio per Rundell (Bridge & Rundell).
Si pensava che gli argentieri di Casa Reale avessero realizzato un oggetto di quel livello solo per le collezioni reali ma si conoscono altre due versioni di questo calice: uno eseguito per il Duca di York (fratello di giorgio IV e Guglielmo IV) e uno realizzato nel 1818 ora conservato nel museo della città di Birmingham.
Il riserbo che circondava in passato l'applicazione della doratura elettrolitica da parte di Rundell, Bridge & Rundell, fu reso impenetrabile in seguito allla distruzione dei loro archivii avvenuta nel 1842.
Oggi il mistero è svelato: nel 1987 a seguito di analisi scientifiche eseguite dal British Museum sappiamo che si trattava di doratura al mercurio.
Nel 1830 ci fu un altra importante innovazione fondamentale per il successo della placcatura elettrolitica: era l'ennesimo brevetto (il n° 5963) di Samuel Roberts. Egli mise tra la lastra di base in rame e la lamina superficiale in argento uno strato supplementare di metallo biancocolor argento formato da una lega a base di nichel, rame e zinco.
Questa lega chiamata German Silver per la nazionalità del signor Guitike che da Berlino giunse nella città di sheffield con un campione da proporre a Roberts Samuel per la fabbricazione industriale.
Nelle manifatture dell'Old Sheffield Plate si diffuse rapidamente l'utilizzo del German Silver, all'interno delle quali si utilizzava da tempo l'uso dei laminatoi a vapore sempre più precisi e potenti che erano già in grado di ridurre notevolmente lo spessore della lamina in argento. Ma era un lavoro inutile appunto perchè era inutile che si riducesse lo spesseore della lamina d'argento se poi si vedeva con l'usura il rame.
Questo problema fu quindi ovviato alla perfezione sostituendo al rame il German Silver e questo permise ai manufattutieri di Sheffield di sfruttare appieno i loro laminatoi applicando alle lastre di German Silver un rivestimento d'argento molto sottile con un risparmio non indifferente del metallo prezioso (l'argento) ed eliminando lo sgradevole effetto dovuto all'usura (la vista del rame).
Il giorni del vecchio Sheffield Plate erano ormai contati e i nuovi manufatti così realizzati furono chiamati British Plate.
Le lastre di German Silver in seguito presero il nome di Nichel Silver, ma nonostante il nome questo materiale non contiene neppure una piccola parte d'argento. Gli oggetti in questa legs furono punzonati EPGS e alla fine dell'800 EPNS.
In ogni caso il German Silver o Nichel Silver avevano proprietà elettrocondutrici molto maggiori di quelle che aveva il rame e nel 1840 George Richards Elkington (1801/1865) con il cugino Henry depositarono all'ufficio dei brevetti Reali di Birmingham il loro metodo (registrandolo con n° 8447) per argentare e dorare i metalli placcandoli elettroliticamente.
Diedero il via all'industrializzazione di questo procedimennto che nel giro dei prossimi 15 anni rendette obsolete tutte le vecchie tecniche di placcatura a fuoco costringendo le potenti manifatture di old Sheffield plate a chiudere le loro attività produttrici e commerciali.
Comunque gli Elkington non furono nè gli inventori nè tantomeno i primi che brevettarono questo procedimento: neppure un mese prima il professor Joseph Stephen Woolrich, che si rivelerà un accanito avversario degli Elkington, con il suo socio Joseph Shore (un mercante di Birmingham) depositò un brevetto riguardante la placcatura elettrolitica di oggetti in rame e nichel da ricoprire con metalli non meglio specificati ma in ogni caso non metalli preziosi.