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Luigi Valentino Brugnatelli (fig. a destra), nato a Pavia il 1761 e ivi morto il 1818 è stato un farmacista e un inventore italiano. Sempre a Pavia frequentò la scuola di Farmacia, laureandosi nel 1784 in medicina, con una tesi sul potere digestivo del succo gastrico.
Esercitò per qualche tempo la professione medica, senza però mai tralasciare i suoi interessi per la chimica, insegnando saltuariamente nell'ateneo pavese, diventando titolare della cattedra di chimica nel 1796 e rettore nel 1813.
Brugnatelli, quando Alessandro Volta nel 1801 andò a Parigi per illustrare la sua invenzione della pila, essendo suo amico personale, lo accompagnò.
Le tecniche galvaniche si basano sul fenomeno della decomposizione elettrochimica (elettrolisi) dei sali dei metalli in soluzione, quando attraversati dalla corrente elettrica.
Alessandro Volta (1745-1827), da cui prende il nome l'unità elettrica volt, fu il primo ad osservare nel 1800 che il sale metallico contenuto nelle pile, durante il passaggio della corrente si decomponeva nei suoi elementi, in quanto il metallo si depositava nel polo negativo della pila.
Quasi contemporaneamente ad Alessandro Volta (fig. a destra) anche William Nicholson (Londra 1753- Bloomsbury 1815) tentò senza successo di scomporre elettroliticamente alcuni sali metallici, al fine di depositare su un oggetto un leggero strato del metallo in esso contenuto.
Brugnatelli tra il 1802 e il 1805, utilizzando l'invenzione appunto del suo amico Alessandro Volta, effettuò con successo i primi esperimenti di doratura mediante galvanoplastica, di cui oggi è riconosciuto il vero inventore.
Ma un disaccordo o litigio con l'Accademia francese delle Scienze (di cui il capo era Napoleone), il principale organismo scientifico d'Europa, ne ha impedito la pubblicazione nelle riviste scientifiche del suo tempo. La sua opera è rimasta in gran parte sconosciuto al di fuori della sua nativa Italia ad eccezione di un piccolo gruppo di soci. Gli era contro anche il dittatore Napoleone Bonaparte, che reprimette qualsiasi sua ulteriore pubblicazione (a destra: Volta espone la sua scoperta a Napoleone).
Tuttavia Brugnatelli scrisse alla Gazzetta belga di fisica e chimica, che ristamparono in Gran Bretagna:
Ho recentemente dorato in modo completo due medaglie d'argento di grandi dimensioni, mettendole in comunicazione per mezzo di un filo d'acciaio con un polo negativo di una pila voltaica.
Ma abbandonò gli esperimenti perché commercialmentela la qualità della doratura non era accettabile: l'oro si depositava sotto forma di una polvere nera grigiastra, priva di splendore.
Molti anni dopo le esperienze di doratura galvanica vennero riprese con successo dal fisico Auguste Arthur De La Rive (Ginevra 1801-1873).
Appena riuscirono a controllare le tecniche galvaniche, che consentirono di ottenere a basso costo strati di spessore fine, uniforme e resistente, vennereo abandonate le costosissime tecniche di doratura, argentatura e placcatura ottenute a fuoco.
Tra l'altro le stesse tecniche galvaniche (fig. a destra) hanno permesso di migliorare anche le tecniche di stampa, dove le incisioni su lastre di rame, di acciaio o di legno subivano un irrimediabile deterioramento rapido e progressivo. Le tecniche galvaniche permisero di riprodurre gli originali in molte decine di milioni di copie, facendone il calco con gesso, cera o piombo vergine, ottenendone il corrispondente galvano o clichè.
Nel 1840 questa scoperta per le placcature in oro e in argento è stata perfezionata da Henry e George Elkington di Birmingham (Inghilterra). Collaborando con il partner John Wright, gli Elkingtons sono stati in grado di avere i primi brevetti. Dalla Gran Bretagna il processo di elettrodeposizione per l'oro e l'argento si diffuse rapidamente in tutto il resto d'Europa e poi negli Stati Uniti.