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Da secoli la pratica di rivestire una base metallica con un metallo prezioso è conosciuto col nome di close plating, che significa accoppiatura. Consiste nell'applicare di una lamina sottile (che potrebbe essere ad esempio d'argento) su un oggetto già modellato mediante il calore ed un martello.
L'argento è un materiale adatto: infatti può essere battuto in una lamina sino ad un millesimo di pollice o tirato in un filo sottile. Nella metà del 700 lo sfruttamento commerciale della placcatura d'argento era realizzata mediante l'accoppiatura a caldo tramite la pressione di una lamina d'argento su una base di rame eseguita prima di dare forma all'oggetto.
La possibilità di realizzare una grande varietà di articoli a costi molto inferiori rispetto a quelli dell'argento è stato il grande successo di questa tecnica.
Pare che lo sviluppo dello Sheffield plate abbia avuto inizio nel laboratorio di Thomas Boulsover, un coltellinaio di Sheffield che per primo scoprì la possibilità di legare rame e argento per mezzo del calore e della pressione.
Boulsover iniziò a realizzare con questo nuovo materiale piccoli oggetti come ad esempio bottoni, fibbie, etc.
Nel 700 nacquero i laminatoi che permisero la produzione su scala industriale di piccoli oggetti. Le lamine d'argento utilizzate erano a 'titolo Sterling' e accoppiate ad un'anima di rame erano perfette per essere lavorate come l'argento massiccio. Ma lo sheffield era estremamente duttile e creava un problema: si sfaldava nei bordi.
Per ovviare a questo difetto e quindi per rinforzare e mascherare i bordi dove il rame era visibile, l'orlo veniva tagliato ad angolo ed il rivestimento d'argento veniva rimboccato oppure si applicava ai bordi un filo o un tubicino d'argento.
Nell'800 il gusto richiedeva l'applicazione di ricche decorazioni, perciò gli artigiani dello Sheffield plate stampavano per esempio foglie e frutta, per i bordi dei modelli richiesti e riempivano di piombo le cavità dando così l'effetto dell'argento massiccio.
Questi bordi venivano poi applicati all'oggetto e fissati mediante rimbocco o saldatura. Verso il 1830 le tecniche dello Sheffield plate si erano sviluppate a tal punto che il bordo rivoltato ed il cavetto apparivano decisamente pesanti.
Alcune caratteristiche dello Sheffield aiutano ad accertarne l'autenticità. Ad esempio un oggetto antico originale nel punto in cui veniva inciso uno stemma o un motto non avrà solo una lamina ma una placca di argento massiccio.
Senza questa placca l'incisione avrebbe reso visibile il rame sottostante. Anche se il titolo del rivestimento (in argento) e quello della placca in argento massiccio era lo stesso, volendo possiamo vedere l'area della placca e quindi l'innesto in argento massiccio alitandoci sopra
Gli oggetti meno preziosi avevano solo la superficie esterna rivestita d'argento mentre il rovescio era stagnato.
Questa pratica era comune per i vassoietti, per le bugie e per gli interni dei recipienti di uso domestico. In ogni epoca lo Sheffield plate andava a pari passo con l'argento sterling e ne imitava le mode, pertanto forme e decorazioni aiutano a stabilire la data di un pezzo.
Dopo il 1840 e l'invenzione della galvanostegia il rame della base da argentare veniva sostituita da altri materiali: uno di questi era il German silver (argentone o alpacca), una lega dura e bianca.
Come base venivano utilizzate altre leghe insolite tipiche dell'epoca vittoriana: una di queste fu il metallo Britannia (Britannia metal). Le più importanti zone inglesi dove producevano lo Sheffield plate furono le città di Sheffield e di Birmingham, quest'ultima sede della più famosa manifattura di placcatura Sheffield: le officine di Matthew Boulton.
Il suo marchio era composto da due stelle a otto punte: lo troviamo su oggetti raffinati come candelieri, epernies, rinfrescatoi per vino, etc. Gli oggetti in sheffield molto antichi non venivano quasi mai punzonati: solo nel 1784 fu fatta una legge che consentiva l'apposizione del marchio dell'autore e di un simbolo.
Solo col passare degli anni l'uso dei marchi divenne di uso comune. Verso la fine del 700 i marchi dello sheffield potevano creare confusione con quelli di garanzia dell'argento sterling essendo molto simili tra loro.
Agli inizi del 1800 il marchio del fabbricatore era spesso rappresentato dal nome per esteso, diviso in due per adattarlo ad un punzone rettangolare, anche se era pratica comune usare ancora le sole iniziali.
Verso il 1840 si aggiunsero altri simboli come ad esempio una corona, un giglio, etc., punzonati in linea come l'argento. Nella seconda metà del 1800, le E.N.P.S. (electroplated nichel silver) e E.P.B.M. (electroplated Britannial metal) apparvero spesso disposte come autentici marchi.
Ma per un intenditore non vi è possibilità di confusione tra i punzoni dell'argento e quelli dello sheffield. Anche in Francia esisteva un tipo di Sheffield ma le caratteristiche dei manufatti sono tali da farlo distinguere facilmente da quello inglese autentico.