Nei primi anni del 1600 a Murano inventarono una speciale pasta vitrea molto pregiata, che ha immerse nel vetro tante pa gliuzze dorate, date dal rame. In passato conosciuta col nome di Stellaria, oggi si chiama Avventurina. Questa pasta di vetro è cristallina, translucida e al suo interno ha cristalli di rame con ossidi metallici brillanti, allo scopo di imitare il quarzo Avventurina, una pietra dura che si trova in natura.
Estratta dal forno in blocchi raffreddati lentamente, viene tagliata a freddo come se fosse una pietra dura, oppure a caldo con speciali accorgimenti. L'Avventurina normale, trattata col rame, forma delle stelle color bruno, mentre una qualità ancora più pregiata, il verderame, acquista una bellissima tonalità verdastra.
Chiamata Avventurina perché anche il più esperto vetraio muranese trovava molta difficoltà e il suo esito era difficile ed incerto: un avventura, da qui il suo nome.
Si ottiene aggiungendo alcune materie prime riducenti in tante riprese alla fine della fusione. Si aggiunge una quantità di battitura di ferro, carbone o silicio metallico, che è una lega composta appunto da silicio, allumino e carbonio, con eventuali percentuali minime di piombo, ferro, magnesio, rame, manganese e altri metalli.
Il rame metallico inizia a precipitare ed al termine di alcune ore di raffreddamento questo si separa completamente dal vetro di base, disperdendosi in modo omogeneo e formando minutissimi cristalli, al massimo di un millimetro.
è la presenza dei depositi di rame che dà al vetro un luccichio rosso bruno con riflessi dorati. La buona qualità dell'avventurina dipende dalla omogeneità della distribuzione dei cristalli di rame e dalle notevoli di quest'ultime.
Fotografie: a destra una lampada con pagliuzze dorate al suo interno chiamate Avventurina, a sinistra particolare della lampada