Informazioni da Antichità Il Tempo Ritrovato Cagliari
Il nome botanico dell'Amboina è Narrabaums Pterocarpus indicus. E'un albero che raggiunge un altezza di circa 30 metri, che usano in tantissimi modi: come recinzione per i campi, in quanto è insensibile al vento e alle intemperie. La usano anche per costruire imbarcazioni, perché resiste all'acqua salata: infatti cresce bene anche in riva al mare. Tutte le parti dell'albero sono state usate per applicazioni mediche: infatti per un periodo si è estinto per 300 anni. Inoltre usano il cuore per fare pigmenti.
E'un legno molto duro e compatto, apprezzato dagli ebanisti francesi di un tempo per le sue splendide screziature con venature ondulate e strette. Ora lo usano anche per gli interni di macchine di lusso. Anche gli antichi egizi usavano questo legno con parsimonia: i legni esotici sono sempre stati tenuti in grande considerazione, infatti lo usavano tagliato a fette sottili (lastronature) per poter placcare mobili e piccoli oggetti. Cosa che fecero più in avanti i francesi: lo usavano per lastronare o per fare intarsi. Negli anni 20, con l'avvento dell'art dèco, ha raggiunto la sua massima gloria.
Anche nel 700 era utilizzato per costruire mobili costosi, ma era conosciuto solo nelle città di mare.
Ha tanti colori che vanno dal rossiccio al bianco rosato, dal color bruno al giallo dorato. Le sue origini sono nell'arcipelago delle isole Molucche, ma lo troviamo anche in India, in Malesia, in Indocina e nelle Filippine.
Il suo legno da noi non viene usato: è poco commerciabile. Ha una fibbra grossolana ed è attacabile dai funghi e dagli insetti. Il suo profumo è gradevole. Invece le radiche (vedi foto) sono ricercate anche se trovabili difficilmente: hanno dei magnifici disegni e sono vellutate. Nei fusti si formano delle biforcazioni già alla base: questo fà si che si possa ricavare la radica.