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Il movimento cubista nasce a Parigi nel 1906, ad opera di Picasso e di Braque, in seguito allo studio delle forme geometriche di Cèzanne e della stilizzazione antinaturalistica della scultura primitiva africanam che Matisse aveva fatto conoscere in Europa. La sua caratteristica principale è la tendenza a considerare le opere, non solo scultoree ma anche pittoriche, come fatti plastici, indipendentemente dalla riproduzione delle forme della natura.
La parola cubismo, termine 'perfettamente appropriato', ha avuto origine da un'osservazione ironica di Henry Matisse davanti ad un paesaggio e prese subito forza nella nomenclatura della storia dell’arte. Il Cubismo ha nelle sue basi un integrale riesame del rapporto arte/oggetto: infatti tale ricerca fu avviata a partire dal 1907 da Picasso e Braques, ai quali molto presto si aggiungeranno anche Juan Gris, Fernand Lèger , Albert Gleizes e diversi altri importanti artisti.
Gli artisti cubisti cercano di raffigurare simultaneamente un oggetto da diversi punti di vista, per misurare il metodo prospettivo tradizionale che consente una veduta obbligata da un solo punto di vista. L’oggetto scomposto nalle sue parti costitutive e successivamente ricomposto mediante l’accostamento delle stesse sulla tela.
L’occhio dell’osservatore percepisce così l’oggetto nella sua interezza pur vedendo una forma nuova, che non ha più alcuna somiglianza con l’oggetto originario. I cubisti,infatti, più che con gli occhi, 'vedono' con la mente e ricostruiscono una realtà diversa da quella conosciuta.
Attuando la rappresentazione simultanea di successivi momenti visivi, i cubisti inseriscono nel dipinto una quarta dimensione, cioè il tempo, che si fonde con le altre tre (larghezza, altezza, profondità).
Anche la concezione dello spazio è nuova: da semplice 'contenitore ' di oggetti diventa spazio 'pieno', visibile e materialmente presente perché è scomposto come gli oggetti che circonda e unisce.
Nel Cubismo viene abbandonato ogni scopo narrativo, il soggetto rappresentato perde importanza e viene ripetuto innumerevoli volte (bottiglie, biccheri, pipe, frutti, strumenti musicali). La pittura non è più semplice imitazione della realtà, ma acquista autonomia e valore come prodotto dell’intelletto umano, indipendemente dal soggetto rappresentato.