Informazioni da Antichità Il Tempo Ritrovato Cagliari
L'acquatinta è una variante dell'acquaforte e come in quest'ultima prevede l'uso dell'acido per marcare i tratti sulla matrice. Mentre con l'acquaforte viene utilizzato un punteruolo per tracciare l'immagine sulla matrice ricoperta con una sostanza cerata, nell'acquatinta viene utilizzata una resina resistente all'acido che crea così dei toni.
La variazione del tono viene controllata dal livello di esposizione dell'acido a contatto con la resina.
Con questo metodo si ottengono effetti tonali simili al mezzotinto. Dapprima si incidono all'acquaforte le linee essenziali della composizione, poi ripulita la lastra si ricopre con uno strato di impalpabile polvere di quarzo e bitume giudaico che si fisseranno alla lastra una volta che questa verrà scaldata.
Con la cera si ricoprono le parti del disegno che non dovranno essere incise. Quindi la si immerge nel mordente che penetrando fra gli interstizi dei granelli corrode il metallo, dandogli un particolare rugosità che in fase di stampa darà all'acquatinta un tipico effetto simile all'acquerello, con varie gradazioni di toni e di chiaroscurali.
Il procedimento spiegato si riferisce all'acquatinta con la polvere di bitume ma esistono vari metodi di questa tecnica: l'acquatinta allo zucchero, l'acquatinta al sale, l'acquatinta alla colofonia, l'acquatinta allo zolfo, rimanendo comune lo strato poroso creato dai granuli tra i cui interstizi penetra l'acido.
E' quindi una tecnica con la quale si ottengono effetti di chiaroscuro. questo risultato si ottiene spargendo sulla lastra libera dalla vernice bituminosa una polvere resinosa chiamata colofonia che viene fatta aderire riscaldando la matrice. Con il calore la povere si fonde lasciando tra un granello e un altro un piccolo spazio dove l'acido andrà a mordere: per avere graniture differenti si possono usare morsure graduate, diversi calibri e tipologie di polvere.
Un acquatinta si può fare anche con altri metodi che si basano sull'impiego del sale, dello zucchero e dello zolfo. solitamente l'acquatinta più che da sola è usata con l'acquaforte. si usa anche per ottenere stampe a colori: in questo caso ogni lastra opportunamente granita stampa un solo colore.
Ma vi è anche un altro metodo per ottenere stampe a colori usando una sola lastra: in questo caso si distribuiscono vari colori nelle diverse parti della lastra e con una sola tiratura si ha una stampa a più colori. Ovviamente l'effetto è molto diverso rispetto al metodo basato sull'uso di più lastre.
L’acquatinta è una tecnica nata nel 700 che prevede l'incisione indiretta della matrice, e derivata dall’acquaforte, che produce effetti simili a quelli dell’acquerello.
Per realizzare un’acquatinta si parte dalla granitura che, a differenza della maniera nera, non avviene manualmente, ma è provocata indirettamente con l’acido. La lastra viene ricoperta con particolari polveri grasse e cerose quali la colofonia (di origine vegetale) o il bitume di Giudea (di origine minerale), facendole depositare sulla superficie del metallo. La matrice viene poi scaldata per favorire l’adesione della polvere, che fonde con il calore e aderisce alla superficie della lastra in modo puntiforme.