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L'Old Sheffield Plating o Fused Plating è un termine con cui si identifica una tecnica di produzione di lastre di rame ricoperte con argento mediante l’azione del calore.
La scoperta ufficiale della possibilità di far aderire in maniera molto tenace rame ed argento è attribuita nel 1743 all'argentiere di Sheffield Thomas Boulsover, da cui il nome della tecnica. Boulsover non comprese appieno la potenzialità e l’importanza della scoperta, utile per produrre manufatti a basso costo e aprire quindi nuove opportunità di mercato tra la piccola e media borghesia.
Infatti sebbene i tempi di preparazione della materia prima e la lavorazione dei manufatti fossero più lunghi di quelli per la realizzazione di un simile oggetto in argento, il basso costo del metallo compensava abbondantemente il maggior impegno manuale.
Gli oggetti venivano realizzati alla stessa maniera di quelli in argento (a parte le rifiniture che erano molto più problematiche), partendo da lastre prodotte industrialmente con una tecnica molto particolare. Nei dettagli, una lastra o lingotto di rame (contenente piccole quantità di zinco e piombo) veniva pulita e sgrassata e sopra vi si posizionava una lastra di argento sterling che, dopo essere stata ricoperta con una ulteriore lastra di ferro, veniva martellata per farle aderire al rame.
La lastra di ferro veniva rimossa e l’argento cosparso di polvere di calcare e ricoperto con una nuova lastra di rame (questa operazione aveva lo scopo di evitare il contatto dell’argento con l’ossigeno atmosferico nelle successive fasi di lavorazione). Il tutto veniva posto in un forno e scaldato fino a quando l’argento cominciava a colare sui bordi della lastra di rame. Dopo la rimozione dal forno, il tutto era pulito e la lastra di rame a cui l’argento aveva aderito veniva inviata alla laminazione.
Dal 1763 sono state prodotte lastre di Old Sheffield con argento su entrambe le superfici e dal 1768 sono stati aggiunti anche fili d'argento negli angoli.
Le prime produzioni erano limitate e rivolte principalmente a scatole per il tabacco e a bottoni. Un importante incremento di produzione si ha dal 1750 ad opera di Joseph Hancock di Sheffield e dal 1760 ad opera di Tudor e Leader.
Prima dell’introduzione della lastra a doppio foglio di argento, era comune saldare due pezzi di lastra dalla parte del rame, soprattutto per vassoi e coperchi, sia per problemi di consistenza, ma anche di difficoltà di stampaggio di lastre di grosso spessore. Per nascondere i bordi, dove il rame era ben visibile, la lastra veniva ritorta e ribattuta, oppure venivano stampati pezzi costituiti a parte, che venivano poi saldate nascondendo i bordi di rame. Le parti interne (ma in qualche caso anche i bordi) venivano ricoperte di stagno e col tempo tendevano ad assumere una patina grigia molto più scura delle superfici in argento. Dal 1785 i bordi venivano spesso ricoperti con argento fuso.
L'incisione, molto diffusa alla fine del 1700, non era praticabile sui manufatti in old sheffield senza rischiare di mettere a nudo il rame sottostante, per cui veniva utilizzata una tecnica alternativa di lavorazione a flat chasing o cesello a piatto (in pratica era una lavorazione a sbalzo molto contenuta). A partire dal 1790 il problema viene risolto inserendo nell'oggetto una placca in argento sterling sulla quale veniva poi eseguito il lavoro di incisione; dal 1810 la tecnica viene perfezionata saldando a fuoco un sottile foglio di argento.
Dall’inizio del 1800 si diffuse la moda dello sbalzo molto elaborato e vistoso e ricco di decorazioni. Le tecniche di produzione dell’old sheffield si adeguarono diventando sempre più raffinate e le decorazioni si ottenevano riempiendo di piombo sottili lastre d’argento stampate nella forma desiderata e poi saldate agli oggetti.
I primi oggetti realizzati in old sheffield non venivano marcati. Nel terzo quarto del 1700 vennero introdotti marchi simulati applicati a martello che però caddero ben presto in disuso. Dal 1784 un atto del parlamento impose la registrazione presso l’Ufficio di Controllo di Sheffield di appositi marchi costituiti da simboli e dal nome dell’argentiere scritto per esteso, oltre che dal numero di modello (spesso considerato erroneamente da alcuni collezionisti come la data di produzione). Poche urono però le adesioni a questo nuovo sistema e nulla accadde fino a tutto il primo quarto del 1800.